Sigma Ambiente chiese la mia assistenza per affrontare un problema spinoso: in accordo alla prevista pianificazione era da poco stata ultimata a R. la costruzione di un nuovo impianto di trattamento meccanico e biologico di 100.000 tonnellate annue di rifiuti urbani indifferenziati. Allo stesso tempo la discarica di M., che smaltiva circa 90.000 tonnellate annue di rifiuti, era in fase di ampliamento per raggiungere una capacità aggiuntiva di oltre due milioni di tonnellate.
Si trattava quindi di due investimenti importanti, destinati ad assicurare non solo la piena autonomia della società rispetto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani raccolti nei territori serviti, ma anche a garantire la possibilità di offrire servizi di smaltimento al mercato. Ed era questa seconda porzione a rendere sostenibili gli investimenti.
Stava però accadendo qualcosa di assolutamente inedito: il prezzo di mercato per lo smaltimento di rifiuti indifferenziati era improvvisamente sceso da 140 a 80 euro per tonnellata e tali rifiuti erano letteralmente spariti.
Offrire quindi un servizio a quel prezzo per aggiudicarsi dei flussi di rifiuti significava lavorare in perdita. La percentuale di raccolta differenziata era certamente aumentata in tutti i territori ma questa considerazione non era sufficiente per spiegare un fenomeno di tali proporzioni.
Che fare? Mi parve ragionevole proporre di rivisitare i due progetti, per verificare quali margini esistessero per abbassare le tariffe, ma soprattutto suggerii di eseguire un’accurata analisi di mercato, per comprendere per quali ragioni il prezzo fosse sceso così tanto e prevedere quello che sarebbe potuto accadere in futuro.
Sigma Ambiente mi diede tutto il supporto necessario per acquisire informazioni sui nuovi impianti. L’impianto di trattamento meccanico-biologico era in grado di separare le diverse frazioni recuperando metalli, la frazione combustibile e composit di qualità e presto sarebbero stati disponibili i dati relativi alle rese di trattamento. L’ampliamento della discarica era ancora in fase di realizzazione e sarebbe stato possibile fermarlo, come all’interno dell’organizzazione alcuni proponevano.
La chiave per la soluzione del problema fu la modellazione dell’offerta di servizi di smaltimento di rifiuti solidi urbani indifferenziati.
Eseguii un censimento completo degli impianti posti nel raggio di 500 chilometri, comprendendo termovalorizzatori, discariche e impianti di trattamento meccanico e biologico. Di ogni impianto vennero così acquisiti in modo sistematico i dati più significativi: capacità di trattamento, quantità trattate, anno di costruzione, tecnologia, proprietario, gestore, capacità residua per le discariche, agevolazioni e contributi pubblici, eccetera.
Attribuii poi a ciascun impianto costi fissi e variabili di trattamento sulla base di modelli di simulazione specifici per ciascuna tipologia di impianto, includendo le agevolazioni tariffarie.
Venni inoltre in possesso dei dati relativi ai prezzi dei servizi di smaltimento, attingendo a molteplici fonti: convenzioni pubbliche, procedure di gara, verbali di consigli comunali, notizie di stampa. Di ogni operatore venne acquisito anche il bilancio, in modo da comprenderne la situazione finanziaria e incrociare i dati risultanti dalle simulazioni eseguite con il modello.
Ero pronto: adesso potevo costruire la curva dell’offerta (volume di rifiuti smaltibili confrontati col prezzo) in diversi scenari e incrociarla con la domanda, rigida rispetto al prezzo.
Per completare il quadro e costruire gli scenari futuri mi restava solo da capire se in futuro si sarebbero potuti modificare il numero e la capacità di smaltimento degli impianti.
Di certo gli incentivi CIP6 garantiti ai termovalorizzatori avevano un termine contemplato nel modello. Bisognava solo capire chi avrebbe potuto investire in nuovi impianti di trattamento. Ero pronto a far svolgere le interviste agli operatori anche se del mercato ne sapevo forse più io di loro.
Le risposte furono molto chiare.
Come attestato dai bilanci, quasi nessuno degli operatori era in condizione di affrontare nuovi investimenti e per di più era molto bassa la fiducia di potere ottenere le necessarie autorizzazioni.
Avevo acquisito tutti gli elementi per disegnare gli scenari di mercato futuri e mettere la società nelle condizioni di decidere per il meglio.
Suggerii allora a Sigma Ambiente di rivedere al ribasso le tariffe interne ed esterne dei servizi di smaltimento dei due impianti, così da potere da subito intercettare i volumi necessari per avvicinarsi al punto di break-even e non perdere quote di mercato. Questo comportava la necessità di rinegoziare a cascata le condizioni
economiche per tutti i soggetti che, a vario titolo, detenevano degli interessi nei due impianti. La cosa però non fu difficile, perché si poteva argomentare la richiesta e soprattutto si era in grado di fornire una prospettiva chiara per il futuro.
Rassicurai Sigma Ambiente sul fatto che nel prossimo futuro i prezzi sarebbero risaliti e suggerii di predisporre il budget in coerenza con le indicazioni raccolte.
Le previsioni erano corrette e negli anni successivi gli impianti ripresero a trattare i volumi di rifiuti previsti.