L’Egitto è un paese a economia pianificata, che cerca in tutti i modi di favorire lo sviluppo industriale così da garantirsi una sufficiente autonomia e ridurre il fabbisogno di valuta estera.
I rapporti commerciali e politici con il nostro paese sono stati tradizionalmente buoni, specialmente nel settore petrolifero, che è trainante per il Paese e dove Eni ha una forte presenza, ma ci sono anche molte altre imprese italiane che vi lavorano con continuità.
Ardeb Energia, produttrice di valvole per il settore petrolifero e già fornitrice di primarie aziende del settore in Egitto, riuscì a promuovere proficui contatti con Wartha Petroleum, una società governativa avente quale primario interesse la promozione di iniziative industriali nell’indotto del settore petrolifero.
Le intese raggiunte prevedevano la costituzione di una Joint Venture produttiva nel paese, finalizzata alla produzione di valvole e componenti impiantistici destinati al mercato egiziano e ad altri mercati vicini.
Ardeb mi chiamò per fornire l’assistenza necessaria per strutturare l’operazione che aveva come presupposto il trasferimento di know-how da Ardeb a una nuova società di scopo di diritto egiziano.
Bisognava quindi produrre uno studio di fattibilità, completo e accurato, che partisse da una valutazione della domanda di valvole da parte dell’industria petrolifera locale e che proponesse anche una struttura produttiva proporzionata al mercato accessibile.
Ardeb, da parte sua, avrebbe fornito tutto il know-how necessario per la fabbricazione, l’assemblaggio, la manutenzione e l’assistenza di apparecchiature e componenti per l’industria petrolifera.
Il trasferimento di know-how si sarebbe perfezionato con la fornitura di documenti, specifiche tecniche e disegni costruttivi dei componenti prodotti e con la condivisione di un’ingegneria, di base e di dettaglio, relativa agli impianti produttivi. Servivano anche l’assistenza tecnica, a cura di specialisti inviati presso la società di scopo, e l’addestramento tecnico del personale della Joint Venture.
In Egitto esistono svariate zone franche che offrono vantaggi fiscali e infrastrutture agli investitori.
Scegliemmo la zona franca di Alessandria, vicina a importanti insediamenti industriali e affacciata sul Mediterraneo, da dove potere spedire agevolmente le unità modulari prodotte.
Senza contare che Alessandria è una città dove, sin dall’Ottocento, è presente una forte comunità italiana.
La Joint Venture si sarebbe avvantaggiata dell’esenzione dai dazi di importazione e delle condizioni di preferenza accordate ai produttori locali dalle società operatrici di diritto egiziano.
Strutturai lo sviluppo del progetto in fasi, così da distribuire nel tempo l’impegno di risorse economiche
e umane e permettere contemporaneamente un’adeguata promozione commerciale a favore della Joint Venture.
Scelsi la forma della Private Joint Stock Company, con quote paritetiche e una struttura amministrativa snella che prevedeva un Consiglio di Amministrazione con presidente espresso dal socio egiziano e un Direttore Generale espresso dal socio italiano.
Nonostante un investimento iniziale contenuto la Joint Venture è riuscita a svilupparsi regolarmente e ha celebrato il decimo anniversario dalla sua fondazione, rappresentando tutt’ora un ottimo esempio di proficua collaborazione transnazionale.